LA DIETA LA DIETA

Champignon

Champignon nella dieta

 

Gli champignon si prestano alla maggior parte dei regimi alimentari. Non sembrano avere controindicazioni per il sovrappeso e per le malattie del metabolismo. Tutt'altro, lo scarso valore energetico, l'abbondanza di fibre, l'assenza di colesterolo ed il profilo lipidico neutro contribuiscono a fare degli champignon alimenti consigliati nella dieta contro: sovrappeso, diabete mellito tipo 2, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia ed ipertensione. Nota: si fa eccezione per i funghi sottolio, più grassi e calorici di quelli freschi. Avendo un contenuto purinico medio, sono concessi saltuariamente e in porzioni moderate anche nella dieta per l'iperuricemia e la gotta.

 

L'abbondanza di fibre e di componenti prebiotici (nutrimento per la flora batterica intestinale) rendono i funghi champignon ottimi alleati per prevenire e curare la stitichezza o stipsi. Essendo quest'ultima anche causa di emorroidi, ragadi e di aumento delle probabilità di cancro al colon, la loro pertinenza è estesa anche alla prevenzione di queste circostanze. È invece consigliabile limitarli in caso di colon irritabile, colite e diarrea in genere.

 

Sarebbe invece consigliabile evitare grosse quantità di champignon nel regime nutrizionale preventivo all'intolleranza istaminica. Secondo alcuni approfondimenti, i funghi commestibili non dovrebbero contenere istamina; tuttavia, lieviti e muffe, con i quali sono strettamente imparentati, ne sono ricchissimi. Secondo altre fonti poi, i funghi sarebbero dotati di un potenziale detto istaminoliberatore; a nuocere in caso di intolleranza non sarebbe dunque il contenuto alimentare di istamina, ma piuttosto la capacità di aumentarla indirettamente all'interno dell'organismo. Ecco spiegata l'indecisione nel consigliare o meno gli champignon nella dieta contro l'intolleranza all'istamina.

 

Per ragioni di sicurezza, in gravidanza ed allattamento sarebbero da evitare in porzioni e con frequenza di consumo troppo generosa (si legga l'articolo dedicato cliccando qui). Questa raccomandazione nasce soprattutto dal principio secondo il quale, come anticipato, tutti i funghi producono tossine. Quelle dello champignon dovrebbero essere innocue per l'uomo ma, poiché è anche "la dose a fare il veleno", si raccomanda particolare cautela. In gravidanza sarebbe anche consigliabile prediligere i funghi cotti a quelli crudi, poiché eventuali tossine di natura proteica vengono disattivate grazie al calore. Nota: soprattutto in tali condizioni, è assolutamente sconsigliabile mangiare champignon raccolti allo stato selvatico. Anzitutto perché esiste sempre la possibilità che si tratti di specie non commestibili, tossiche o velenose; in secondo luogo perché i funghi selvatici, soprattutto quando colti in zone ad alto rischio, possono costituire veri e propri "serbatoi" di inquinanti; ad esempio di ferodo, se prelevati dal bordo della strada, o di pesticidi, se trovati nei frutteti o nei campi coltivati.

 

Gli champignon si prestano ai regimi alimentari contro l'intolleranza al glutine ed al lattosio. Non hanno controindicazioni per la dieta vegetariana, vegana, per le filosofie e le religioni di qualsiasi genere.

 

La porzione media di funghi champignon (cappello bianco) è di circa 100-200 g (20-45 kcal).