LA STORIA DELLA FUNGICOLTURA ITALIANA LA STORIA DELLA FUNGICOLTURA ITALIANA

Il libro

La coltivazione dei funghi, attività agricola relativamente giovane se paragonata alle colture tradizionali, ha vissuto nel secolo scorso una grande evoluzione che ha visto l’Italia nelle prime posizioni sia a livello di produzione, sia di contributo tecnico scientifico.

Dalla lettura del libro “L’Italia delle fungaie” emerge che si tratta di una storia affascinante, scritta in particolare da emigranti bergamaschi e veneti i quali, tornati in Patria, hanno dato vita a fiorenti realtà produttive che, insieme ad altre aziende autoctone, hanno fatto delle coltivazioni di Prataiolo Italiane una importante realtà.

I nostri coltivatori, pur in assenza di centri di ricerca specifici e coordinati, sono stati in grado di progredire a livello tecnologico e le primitive coltivazioni in caverne del secolo scorso hanno lasciato il posto oggi ad un numero considerevole di moderne fungaie all’avanguardia a livello mondiale dal punto di vista tecnologico e ben organizzate da quello commerciale.

Viene anche messo in evidenza che i coltivatori di Prataiolo Italiani non si sono semplicemente messi al traino di quella di altri Paesi con più antiche tradizioni, ma hanno portato il proprio valido contributo di idee. 

Così l’intelligenza e la perspicacia di alcuni imprenditori italiani hanno rivoluzionato le tecniche di preparazione del substrato, tecniche che sono oggi adottate in tutto il mondo; grazie ai funghi esportati quaranta anni orsono da un nostro coltivatore, negli USA ed in altri Paesi viene usato il termine “Portobello” per indicare un particolare tipo di Prataiolo esportato anni orsono con questo nome da un fungicoltore bolognese.

Per quanto riguarda gli altri funghi coltivati, la ricerca a livello universitario e non solo ha fatto dell’Italia un importante punto di riferimento per le coltivazioni di Pioppino e di varie specie di Pleurotus: in particolare il Cardoncello (Pleurotus eryngii) studiato, selezionato e messo a coltivazione in Italia è oggi un importante fungo coltivato in molti Paesi come Cina e USA.

Ne “L’Italia delle Fungaie” tutto questo è ben documentato dall'autore Gian Pietro Maffi e, affinché il ricordo non vada perso ma fissato nella memoria, vengono descritti in modo dettagliato i personaggi e le tecniche colturali che in un secolo di vivace attività hanno portato il fungo coltivato da alimento per pochi privilegiati a prodotto agricolo alla portata di tutti.

Il libro, del quale possono essere agevolmente lette anche solo le parti che più interessano, in quanto i vari argomenti sono trattati in modo completo, è molto interessante anche per il più vasto pubblico dei non addetti ai lavori, in quanto parla in modo avvincente della storia secolare della coltivazione del Prataiolo, di altri funghi e dei suoi protagonisti.

Interessante anche l'illustrazione del valore alimentare dei funghi dal punto di vista nutritivo e medicinale: oggi che la fame è un ricordo dei libri di storia e l’attenzione dei consumatori si focalizza su diete poco caloriche, sane ed equilibrate, il Prataiolo e gli altri funghi coltivati sono in grado di soddisfare egregiamente tali esigenze senza nulla togliere alla buona cucina.

Una panoramica delle numerose coltivazioni oggi dislocate in varie regioni italiane, con le relative dimensioni caratteristiche produttive completa il quadro della storia.

“L’Italia delle fungaie” consta di 600 pagine con oltre 200 foto e una interessante e ricca documentazione delle fonti bibliografiche che vede ben 120 testi ed articoli citati.

 

Il libro può essere acquistato presso l'Associazione telefonando al numero 045 592058 o via mail info@fun.go.it al costo di € 30,00.