Al fine di facilitare l’accesso al credito delle imprese e sostenere la competitività del sistema produttivo, la c.d. “Nuova Sabatini” prevede la concessione di contributi in conto impianti a fronte di finanziamenti destinati a investimenti in beni strumentali, a investimenti in beni Industria 4.0 e a investimenti green.
Dal 1° ottobre 2024 è poi attiva la nuova linea di intervento “Nuova Sabatini Capitalizzazione”, destinata alle PMI costituite in forma di società di capitali impegnate in processi di capitalizzazione che intendono realizzare un programma di investimenti. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente comunicato che, a seguito del rifinanziamento dell’agevolazione operato dalla “Legge di Bilancio 2025”, sono a disposizione delle imprese ancora ben 1,5 miliardi di euro.
IN BREVE
Per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese e rafforzare la competitività del sistema produttivo del Paese, la cosiddetta “Nuova Sabatini” prevede l’erogazione di contributi in conto impianti a fronte di finanziamenti destinati alla realizzazione di investimenti in beni strumentali, tecnologie riconducibili a Industria 4.0 e soluzioni green. A partire dal 1° ottobre 2024, è inoltre operativa una nuova linea di intervento denominata “Nuova Sabatini Capitalizzazione”, rivolta alle PMI costituite in forma di società di capitali che intendono intraprendere percorsi di rafforzamento patrimoniale contestualmente alla realizzazione di investimenti produttivi. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente reso noto che, grazie al rifinanziamento previsto dalla “Legge di Bilancio 2025”, risultano ancora disponibili fondi per un ammontare pari a 1,5 miliardi di euro, destinati a sostenere le imprese che intendono accedere all’agevolazione.
Evoluzione normativa
La c.d. “Nuova Sabatini”, ossia l’agevolazione istituita dall’art. 2, D.L. n. 69/2013, a favore delle PMI, prevede la concessione, da parte di banche ed intermediari finanziari aderenti alla convenzione stipulata dal Ministero dello Sviluppo Economico, l’ABI e Cassa Depositi e Prestiti, di finanziamenti agevolati volti a sostenere investimenti in macchinari, impianti, attrezzature, hardware, software e tecnologie digitali, nonché di un contributo ministeriale, a parziale copertura degli interessi maturati sui finanziamenti.
Al beneficio sono ammessi tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, con l’unica eccezione costituita dal settore delle attività finanziarie e assicurative.
L’ammontare del contributo in conto impianti, in particolare, è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, a un tasso di interesse annuo pari al:
2,75%, per gli investimenti in beni strumentali;
3,575%, per gli investimenti in beni Industria 4.0;
3,575%, per i c.d. investimenti green.
A partire dal 1° gennaio 2023, infatti, è prevista anche la concessione di un contributo in conto impianti e di un finanziamento agevolato, per l’acquisto, o l’acquisizione in caso di operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo e a basso impatto ambientale, nell'ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi.
Il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% del suo ammontare, deve avere una durata massima, comprensiva di un periodo di preammortamento non superiore a dodici mesi, di cinque anni decorrenti dalla data di stipula del contratto di finanziamento oppure, nel caso di leasing finanziario, dalla data di consegna del bene o, se successiva, dalla data di collaudo.
Il finanziamento agevolato, inoltre, deve avere un valore non inferiore a 20.000 euro e non superiore a 4 milioni di euro, anche se frazionato in più iniziative di acquisto.
Con Circolare Direttoriale n. 1115 del 22 luglio 2024, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha integrato e modificato la precedente Circolare n. 410823 del 6 dicembre 2022, fornendo le istruzioni necessarie alla corretta attuazione del nuovo intervento “Nuova Sabatini Capitalizzazione”, nonché gli schemi di domanda e di dichiarazione e l’ulteriore documentazione che le imprese sono tenute a presentare per beneficiare dell’agevolazione.
Infatti, l’art. 21, D.L. n. 34/2019, ha previsto che i contributi concessi dalla “Nuova Sabatini” siano altresì riconosciuti alle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma di società di capitali e impegnate in processi di capitalizzazione, che intendono realizzare un programma di investimento.
Per tale asse di finanziamento è previsto, in particolare, un incremento del contributo di cui all’art. 2, D.L. n. 69/2013, pari:
al 5% per le micro e piccole imprese;
al 3,575% per le medie imprese;
a favore delle imprese i cui soci si impegnino a sottoscrivere un aumento del capitale sociale dell'impresa, da versare in più quote, in corrispondenza delle scadenze del piano di ammortamento del finanziamento richiesto per l’acquisizione di beni strumentali Industria 4.0, per investimenti in macchinari, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale, effettuati nell’ambito di programmi orientati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi (c.d. investimenti green), nonché per gli investimenti nelle Regioni del Mezzogiorno
Da ultimo, la Legge n. 207/2024, c.d. “Legge di Bilancio 2025”, ha disposto il rifinanziamento della “Nuova Sabatini”, attribuendo 1,7 miliardi di euro per le annualità 2025 - 2029, così ripartiti:
400 milioni di euro per l’anno 2025;
100 milioni di euro per l’anno 2026;
400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.
Lo scorso mese di maggio, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha comunicato che sono a disposizione delle imprese ancora quasi 1,5 miliardi di euro di risorse per sostenere gli investimenti delle imprese.
Soggetti beneficiari
La “Nuova Sabatini” è destinata alle piccole e medie imprese che, alla data di presentazione della domanda:
Ai fini della concessione dell’agevolazione, infine, è richiesto che, al momento di presentazione della domanda, le imprese debbano avere la sede legale o almeno una unità locale in Italia.
Gli interventi agevolabili
Allo stato attuale, l’agevolazione opera in relazione alle seguenti tipologie di investimenti:
È poi previsto un incremento del contributo in conto impianti, a favore delle società di capitali i cui soci si impegnino a sottoscrivere un aumento del capitale sociale, da versare in più quote, in corrispondenza delle scadenze del piano di ammortamento del finanziamento richiesto per gli investimenti di cui sopra.
Modalità e termini di presentazione delle istanze
Al fine di richiedere l’erogazione del contributo in conti impianti, occorre presentare un’apposita domanda in bollo (salvo che per le PMI del settore agricolo e della pesca).
L’istanza deve essere compilata in formato elettronico per essere quindi trasmessa, esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata, alle caselle dei soggetti finanziatori aderenti alla convenzione.
A seguito della compilazione della domanda viene reso disponibile il Codice unico di progetto (CUP), associato all’istanza in questione, da esporre nelle fatture elettroniche relative ai beni per i quali è stata ottenuta l’agevolazione
Una volta ricevuta la domanda e i relativi allegati, il soggetto finanziatore provvede a verificarne la regolarità formale e la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione dell’impresa.
Modalità di erogazione del contributo in conto impianti
Le imprese hanno diritto alle agevolazioni nei limiti delle disponibilità finanziarie alle stesse attribuite. L’esaurimento delle risorse disponibili, e la conseguente chiusura dello sportello per la presentazione delle domande, è comunicata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con uno specifico avviso, pubblicato nel proprio sito istituzionale.
Il contributo in conto impianti è erogato in quote annuali, secondo il piano temporale riportato nel provvedimento di concessione, che si esaurisce entro il sesto anno dalla data di ultimazione dell’investimento.
L’impresa beneficiaria deve completare l’investimento entro un massimo di dodici mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento, pena la revoca dell’agevolazione. A tale fine deve essere considerata la data dell’ultimo titolo di spesa riferito all’investimento (la data dell’ultimo verbale di consegna dei beni in caso di acquisizione del bene mediante leasing finanziario).
Una volta completato l’investimento, l’impresa beneficiaria è tenuta a compilare, in via esclusivamente telematica, utilizzando la procedura disponibile nella specifica piattaforma, la richiesta di erogazione del contributo sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (modello RU).
Il modello, firmato digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa beneficiaria, deve essere quindi trasmesso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, entro 120 giorni dall’ultimazione del programma d’investimento, a pena di revoca del contributo concesso.
Unitamente al modello RU devono essere trasmesse, tra le altre, anche le liberatorie, generate dalla piattaforma elettronica, rilasciate dai fornitori, attestanti il requisito del nuovo di fabbrica e, nel caso di investimenti green relativi a beni a basso impatto ambientale, la sussistenza di un’idonea certificazione ambientale di prodotto riconosciuta a livello europeo.
Entro 60 giorni dal ricevimento del modello, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy procede a erogare il contributo (prima quota o unica soluzione qualora l’importo del finanziamento deliberato non risulti superiore a 200.000 euro).